“The Post”, la storia scritta da una donna.

E’ ufficiale. Il cinema è una droga, più ci vai e più vorresti andarci. Saranno i pop-corn burrosi, le caramelle gommose oppure quel sapore di retrò che mi assale quando siedo su quelle poltrone. Quando settimana scorsa siamo andati a vedere La forma dell’acqua, ci siamo trovati nella situazione di dover scegliere tra i due film.
Da un lato la mia attrice preferita, dall’altra uno dei registi che amo di più. Mettere sullo stesso piano Guillermo Del Toro e Meryl Streep potrà essere per alcuni di voi strano: la donna camaleontica, una delle attrici più apprezzate di Hollywood contro il regista che sa umanizzare i mostri meglio di chiunque altro. Dura lotta… E quindi, nel dubbio, ci siamo catapultati a vedere anche The Post!
Delicato, coraggioso e appassionato: ecco come definirei questo film.
Uno spaccato di storia che ci fa riflettere sulla sottomissione della donna e sulla realizzazione personale, con uno sfondo di giornalismo, etica e rapporti top-secret nell’America anni ’70.
Diretto da Steven Spielberg, con una straordinaria Meryl Streep ed uno sfacciato Tom Hanks. Questo film ti rapisce per trasportarti in una perfetta atmosfera d’altri tempi. Fondamentale la colonna sonora firmata, dal sempre attuale, John “StarBackToJones” Williams.

The Post ci racconta la storia di Katharine “Kay” Graham, figlia di Eugene Meyer, fondatore del Washington Post.
Una volta venuto a mancare, Eugene, come la buona società anni 70 si sarebbe aspettata, passa il testimone a Phil Graham, suo genero.
Sarà solo dopo che il marito si tolse la vita che Kay poté divenire direttrice del giornale di famiglia.
Parliamo di una donna dell’alta società, con amicizie di spicco nella scena politica dell’epoca, che ha sempre vissuto la sua vita in maniera marginale, ponendo più attenzione al suo ruolo di mondana padrona di casa che di capo di una testata giornalistica. Una donna capace ma insicura, che per tutta la vita si è sempre sentita ricordare quale fosse il suo posto, una buona mamma, una brava moglie, una figlia ubbidiente ed un’amica fedele. Tutto tranne quella che sarebbe poi diventata, un’editrice di successo.

L’esplosione della storia avviene quasi subito, attraverso un’accesa rivalità tra Times e Post ci vengono svelati i Pentagon Papers ,7000 pagine di documenti top-secret che riportano azioni e strategie attuate dai governi americani che trattano il periodo tra il 1945 ed il 1967, svelando le reali motivazioni che hanno spinto l’America durante la guerra in Vietnam. Una rivelazione che avrebbe cambiato per sempre l’opinione pubblica e porterà a definire l’idea di giornalismo d’inchiesta a cui tutti noi siamo abituati.

Kay si troverà presto di fronte ad un dilemma morale, dover scegliere tra la vita che ha sempre conosciuto e la sua coscienza, tra i suoi amici e la sua carriera. Sarà il suo direttore di giornale, Ben Bradlee, che darà una scossa alla nostra protagonista portandola a prendere la decisione più difficile della sua vita.
Un film che racconta un periodo buio della storia americana, quel fatidico momento che porterà in seguito gli Stati Uniti ad affrontare il Watergate.
I retroscena che ci fanno scoprire tutti i dubbi, le indecisioni e le scelte che hanno portato il giornalismo a quello che conosciamo oggi.
La coraggiosa scelta di una redazione e la luminosa ascesa di una stella chiamata Katherine Graham, che in un mondo governato da uomini, diventa un esempio da seguire e rivendica la posizione della donna nel mondo degli affari.

Un film che mi ha coinvolto e trascinato, empatico, che racchiude il tema dell’emancipazione femminile, dell’etica, della crescita personale. Un film che racconta di intrighi politici, verità insabbiate e cospirazioni.
Un film degno di Steven Spielberg, Meryl Streep e Tom Hanks.

Potente e trascinante.

Voto 8.5

Fatemi sapere se l’avete visto, se lo vedrete e le vostre opinioni. Sono curiosa!
Un bacio,
Fanny

Lascia un commento